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dicembre 31, 2013

Fichi al cioccolato con mandorle tostate.

La tradizione dei dolci di Natale è talmente varia in Italia che, da nord a sud, sono presenti una miriade di  dolci tutti diversi e deliziosi: il torrone, il panettone, il croccante, il pandoro, gli struffoli sono solo alcuni dei dolci di Natale più conosciuti ed apprezzati.

Se anche tu sei alla ricerca del perfetto dolce di Natale e Capodanno per impreziosire ed allietare la tua tavola delle feste, sei nel posto giusto.

In questa sezione troverai tantissimi dolci di Natale, dai più tradizionali ai più fantasiosi, per stupire i tuoi ospiti durante le feste.

Molti di questi dolci di Natale e Capodanno possono diventare delle graditissime idee regalo a tema culinario per fare la felicità di golosi e buongustai.

Scopri tutte le gustose ricette di Dolci e dessert per Natale facili da preparare e ottime in ogni occasione con la cucina di Il Mondo dei Dolci.

Ingredienti: per 6 persone

500 g di fichi secchi
100 g circa di mandorle tostate
75 g di cacao amaro
vino cotto

Fichi al cioccolato

Preparazione: 30’ + 15’ di cottura

  • Aprite i fichi, inserite all’interno una mandorla tostata o due, spolverizzateli con abbondante cacao, richiudeteli.
  • Disponeteli su una lastra foderata con l’apposita carta e cuocete in forno caldo a 170° per 15 minuti circa.
  • Ritirate, sistemate i fichi a strati in una terrina spolverizzando ogni strato con il cacao e spruzzandoli con il vino cotto.
  • Sigillate il recipiente con la pellicola, lasciate insaporire fino al momento di servire.

Quanto nutre una porzione: 383 calorie

 

Vino consigliato: Aleatico di Puglia Dolce Naturale Riserva

vino Aleatico-di-Puglia-Passito-DOC-Feudi-di-San-Marzano

l vino Aleatico di Puglia Doc è un rosso dolce, che deve le sue caratteristiche all’appassimento delle uve direttamente in vigna o su stuoie, dopo la loro raccolta. Si produce in due tipologie, dolce naturale e liquoroso dolce naturale. L’Aleatico di Puglia Doc è, infatti, un vino dolce da dessert, ma si beve spesso fuori pasto come vino corroborante.

Caratteristiche organolettiche e vitigni.
Il vino Aleatico di Puglia Doc si ottiene da uve del vitigno Aleatico per almeno l’85%, con l’eventuale aggiunta di uve Negroamaro, Malvasia Nera e Primitivo, fino a un massimo complessivo del 15%. Queste uve donano al vino il suo caratteristico colore. L’Aleatico ha, infatti, un bel colore rosso granato con riflessi violacei quando è giovane, tendente all’arancione con l’invecchiamento. Aroma delicato, con un sentore fruttato di prugne e ciliegie, frutti di bosco e spezie. La versione dolce naturale, sia base che Riserva, ha un sapore pieno e moderatamente dolce, scarsamente tannico e sapido, robusto di corpo ed equilibrato, e con una gradazione alcolica minima di 15°. La versione Liquoroso ha invece un sapore più caldo e dolce, e una gradazione alcolica piuttosto elevata, di almeno 18,5°, a differenza dei 15° della versione base e Riserva. Si precisa che la qualifica di “Riserva” la ottiene dopo i tre anni di invecchiamento.

L’Aleatico di Puglia Doc a tavola.
Si gusta soprattutto con dolci a pasta non lievitata, come le crostate (soprattutto con la marmellata di frutti rossi), le zeppole, la pasticceria secca di pasta di mandorle e alcuni dolci tipici quali le caratteristiche mendule turrate, mandorle tostate con lo zucchero, le susamelle e le castagnelle, dessert a base di pasta di mandorle e cioccolato.

Si consiglia di bere l’Aleatico di Puglia Doc entro cinque anni dalla vendemmia, anche se la tipologia Riserva, nelle migliori annate, si può degustare entro i dieci anni. L’Aleatico Doc si serve in calici per vini dolci passiti a una temperatura tra i 12 e i 14° oppure tra i 14 e i 16° nella versione Riserva.

La Doc Aleatico di Puglia è stata riconosciuta con DPR del 29 maggio1973 pubblicato sulla GU del 20.08.1973. Ogni etichetta deve riportare la Denominazione di Origine Controllata, la Regione di provenienza, la Denominazione del prodotto costituita dall’abbinamento della varietà di vite da cui proviene il vino e dalla zona geografica in cui tale varietà è coltivata; Volume nominale del vino; Nome o ragione sociale e sede dell’imbottigliatore; Numero e codice imbottigliatore, che può apparire anche sul sistema di chiusura (tappo o capsula) Nome dello Stato; Indicazione del lotto; Indicazioni ecologiche.

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